21/06/2016  al 08/07/2016

Archeologia dell’IO

A cura di: Testo di Silvia Del Campo

Archeologia dell’IO L’evento è il terzo  appuntamento di Osservazione 2016  ciclo di cinque mostre in cui gli artisti dall’Associazione culturale Fuori Centro, tracciano i percorsi e gli obiettivi che si vanno elaborando nei multiformi ambiti delle esperienze legate alla sperimentazione.
 
Per questa mostra conclusiva di fine stagione  si è chiesto agli artisti, soci e invitati, di partecipare con un’opera, “recuperata” dal proprio archivio di studio o quello della memoria,  che potesse essere identificata come un “reperto archeologico dell’IO” e in cui fosse possibile riconoscere  e identificare le tracce sedimentate o in nuce del proprio percorso artistico.
 
E dunque, scrive  Silvia Del Campo nel testo che accompagna la mostra, “da questo personalissimo e intimo archivio ha attinto ciascun artista, chi con grande coerenza formale rispetto al proprio percorso, chi con imprevedibilmente diversa connotazione linguistica, chi proponendo, o riproponendo, autentici ritrovamenti, chi presentando opere  nuove ma rappresentative comunque della propria ricerca artistica, a costituire una visione globale articolata e dinamica (…)  una foto ricordo di una esperienza ancora in corso…” che continuerà in un percorso espositivo la cui prima tappa sarà il Museo Archeologico di Tolfa
 
Gli artisti: Minou Amirsoleimani, Franca Bernardi, Giancarlo Bertoncini, Francesco Calia, Antonio Carbone, Elettra Cipriani, Lucia Di Miceli, Gabriella Di Trani, Angelo Falciano, Fernanda Fedi, Mavi Ferrando, Stefano Frascarelli, Delio Gennai, Salvatore Giunta, Silvana Leonardi, Giuliano Mammoli, Patrizia Molinari, Rita Mele, Alessandro Monti, Franco Nuti, Antonio Picardi, Teresa Pollidori, Luciano Puzzo, Rosella Restante, Marcello Rossetti, Massimo Salvoni, Alba Savoi, Grazia Sernia, Lucia Sforza, Stefano Soddu, Ilia Tufano, Oriano Zampieri
 
Reperti archeologici…da un archivio dell’ IO
Archivio: la raccolta ordinata e sistematica  di atti e documenti la cui conservazione sia ritenuta di interesse pubblico o privato…e,  per estensione,  luogo in cui tali atti e documenti vengono conservati…proseguendo, e qui si fa per noi più interessante, con questa citazione,  il linguaggio è per lo scrittore l’archivio della memoria…così recita il dizionario on-line autorizzandoci con tali parole a pensare che anche  per l’artista  visivo il linguaggio sia l’archivio della memoria e quindi le opere, certo, ma anche gli appunti, gli schizzi, i progetti, i bozzetti, presenti in studio e ivi “archiviati” , sia pure in modo non sempre ordinato e sistematico, anzi il più delle volte affastellati , ammonticchiati, depositati o riposti con criteri organizzativi o casuali, a scelta e secondo preferenza e attitudine, costituiscano oltreché una testimonianza tangibile del proprio vissuto, anche e soprattutto una sorta di stratificazione geologica, un’orografia o una geografia interiore, una sorta di giacimento archeologico, là dove, nel tempo, sono stati registrati gli accadimenti, le emozioni, le invenzioni, le rotture epistemologiche, le avventure e le scoperte…lo specchio o, appunto, l’archivio, dell’IO.
 Il tema proposto in questa mostra ha quindi rappresentato una ghiotta occasione per fare un tuffo à rébours, per rovistare, in modo più o meno figurato, nel proprio archivio personale e quindi, anche, nella propria memoria, per fare in qualche modo i conti col proprio passato, per riprendere interesse ad una ricerca interrotta, ad un progetto non realizzato, per colmare una lacuna, e infine, e forse principalmente, per ritrovare un segno, un’impronta, una traccia di sé, che, come in una immagine  emersa casualmente o al termine di un’accanita ricerca, invecchiata dal tempo ma ancora perfettamente leggibile,  conservi però una sorprendente somiglianza, o una intrigante diversità, con il nostro essere nel presente, consentendo altresì di ricostruire da un frammento l’intera narrazione.
E da questo personalissimo e intimo archivio ha attinto ciascun artista, chi con grande coerenza formale rispetto al proprio percorso, chi con imprevedibilmente diversa connotazione linguistica, proponendo, o riproponendo, autentici ritrovamenti archeologici, oppure presentando opere  nuove ma rappresentative comunque della propria ricerca artistica nel tempo, a costituire una visione globale articolata e dinamica. Ed ecco quindi, tutte di piccole dimensioni, opere di inusitata eleganza, di accattivante sapienza materica  con accenti di poetico rigore, divagazioni stravaganti sospese tra gioco e ironia …una imaginerie collettiva, una armonica babele unificata da un più o meno esplicito rapporto con il tempo e la memoria …una foto ricordo di una esperienza ancora in corso,  come evidenziato dal supporto-scatola in cui verrà esposto e poi sì custodito, ogni singolo prezioso reperto, ma per essere riproposto nelle tappe successive di un viaggio affascinante…
Silvia Del Campo
 

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