28/10/2014  al 14/11/2014

Francesca Cataldi. Omaggio a Mnemosine

A cura di: Stefania Severi

Francesca Cataldi. Omaggio a Mnemosine
Martedì 28 ottobre 2014, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori Centro, via Ercole Bombelli 22, si inaugura la personale di Francesca Cataldi Omaggio a Mnemosine  a cura di Stefania Severi e la collaborazione di Riccardo Pieroni.
L’esposizione rimarrà aperta fino al 14 novembre, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00.
L’evento è il terzo appuntamento di Spazio Aperto 2014  ciclo di quattro mostre in cui i critici invitati dall’associazione culturale Fuori Centro, tracciano i percorsi e gli obiettivi che si vanno elaborando nei multiformi ambiti delle esperienze legate alla sperimentazione.
.… Che sia a lungo o breve termine, la memoria cresce con noi negli anni in proporzione alle nostre esperienze e ci identifica raccontando a noi stessi e agli altri chi siamo. Per i Greci era una dea, Mnemosine, figlia di Urano, il Cielo, e di Gea, la Terra, che, unendosi a Zeus, il Padre degli Dei, generò, come narra Esiodo, le nove muse; non a caso tale mito sottolinea come la memoria sia elemento basilare per tutti gli esseri viventi e come lo sia in particolare per l’attività artistica.
Francesca Cataldi è artista che crea oasi di riflessione facendo appello alla memoria individuale e collettiva. Attingendo all’accumulo di oggetti, materiali e immagini, ha dato vita ad opere in cui il processo della “memoria” attivasse realtà altre … e in una duplice forma, grafica e video.
La forma grafica, che è sempre la prima ad essere elaborata dall’artista, è rappresentata da un pannello che racchiude, in successione e in sovrapposizione, le immagini prescelte, al fine di esprimere un concetto che è esplicitato nel titolo. Vai a: navigazione , ricerca 
La forma video, elaborata con l’apporto imprescindibile del fotografo d’arte ed operatore video Riccardo Pieroni, talvolta accompagna il pannello e presenta le immagini in una sequenza temporale di pochi minuti, accompagnata da suoni adeguati al concetto.
Francesca Cataldi e Riccardo Pieroni hanno trovato anche la risposta alla richiesta di una nuova tipologia di opere d’arte che venga incontro alle attuali esigenze di sintesi e di praticità. 



Francesca Cataldi: omaggio a Mnemosine
Stefania Severi
 
La memoria è processo complesso di natura neurologica e psichica. Per i Greci era una dea, Mnemosine, figlia di Urano, il Cielo, e di Gea, la Terra, che, unendosi a Zeus, il Padre degli Dei, generò, come narra Esiodo, le nove muse; tale mito sottolinea come la memoria sia elemento basilare per tutti gli esseri viventi e, in particolare, per l’attività artistica. Nell’artista infatti – come per lo scienziato – la memoria assume un ruolo peculiare in quanto è in grado di attivare correlazioni inedite e “creative” che finiscono con l’ampliare l’orizzonte quotidiano. Nel mondo di oggi, in cui un numero quasi illimitato di eventi affolla la nostra memoria, le memorie dell’arte rappresentano sicuramente un ulteriore “peso” ma, oserei dire, un “dolce peso” in grado di creare oasi di riflessione.
Francesca Cataldi è artista che crea oasi di riflessione facendo appello alla memoria individuale e collettiva. Attingendo all’accumulo di oggetti, materiali e immagini, ha dato vita ad opere in cui il processo della “memoria” attivasse realtà altre. Tali processi di trasformazione e ri-creazione  sono stati da lei attivati con tanti materiali, dalla pasta di cellulosa al vetro, e d’ultimo con le immagini. Ne ha accumulate, e continua ad accumularne, in numero altissimo, traendo dai repertori più vari, sia sofisticati e colti sia più ovvi e quotidiani, creandosi un archivio di memorie che vanno da quelle geografiche a quelle filmiche, dalle teologiche alle chimiche, dalle storiche alle filosofiche, dalle artistiche alle mitiche. E l’opera d’arte, che si presenta sia in forma grafica sia video, nasce selezionando alcune delle immagini attinte da tale patrimonio e creando con esse una sequenza visiva. La forma grafica, che è sempre la prima ad essere elaborata dall’artista, è rappresentata da un pannello che racchiude, in successione e in sovrapposizione, le immagini prescelte, al fine di esprimere un concetto che è esplicitato nel titolo. Vai a: navigazione , ricerca   La forma video, elaborata con l’apporto imprescindibile del fotografo d’arte Riccardo Pieroni, talvolta accompagna il pannello e presenta le immagini in una sequenza temporale di pochi minuti, abbinata a suoni adeguati al concetto. L’una forma completa l’altra ma entrambe sono fruibili anche singolarmente. In un caso o nell’altro è implicita una diversa concezione del tempo. Nel primo caso la visione è sincronica e i modi di fruizione sono lasciati alla discrezione del riguardante. Nel caso dei video, i tempi di fruizione e la sequenza sono imposti e si risolvono nella durata del video stesso.
E’ indubbio il richiamo all’azione dei cantastorie, diffusi da tempo immemorabile e sopravvissuti fino al secolo scorso nel folklore siciliano, che, coadiuvati da un pannello illustrato, narravano una vicenda. E se il pannello della Cataldi rievoca quello dei cantastorie, il video si sostituisce alla persona del cantastorie. Nell’opera la parola quasi sparisce, sostituita dall’immagine, ma non siamo forse nella civiltà dell’immagine?
Nello spazio dello Studio Arte Fuori Centro, spazio di sperimentazione curato da Teresa Pollidori, quattro storie si snodano: “Metamorfosi” (2010), “Ytaka” (2010), “6 Brucken” (2012) e  “Il castello dei sogni” (2013). Salvo “Metamorfosi”, le altre opere, realizzate su invito di istituzioni tedesche, vengono presentate al pubblico romano per la prima volta. La Cataldi, napoletana con studi specifici all’Accademia di Belle Arti della sua città, ha un profondo legame con la Germania ed in particolare con Trier-Treviri, essendo da anni docente presso la locale Europäische Akademie für Bildende Kunst. E’ doveroso sottolineare che tutte queste opere nascono su commissione e pertanto recuperano all’arte una funzionalità dinamica.
Francesca Cataldi e Riccardo Pieroni hanno trovato anche la risposta alla richiesta di una forma d’arte che venga incontro alle attuali esigenze di sintesi e di praticità. Infatti è racchiudibile in una chiavetta da computer ed in un pannello che, poiché progettato ripiegabile, una volta chiuso si riduce al formato ed allo spessore di un libro. Guarda avanti quest’arte ma anche indietro, ricollegandosi all’uso giapponese di ornare gli ambienti con una sola opera su carta che può essere rimossa e conservata arrotolata, da sostituire facilmente a seconda delle circostanze e dei vari periodi dell’anno. In ogni caso l’opera della Cataldi è espressione da un lato di una concezione dinamica dello spazio e del tempo, quale il futuro ci sta indicando, dall’altro di un rafforzamento delle nostre memorie che, costituendo le nostre radici, ci permettono di crescere nel futuro.

 

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