13/03/2019  al 29/03/2019

Francesca Blasi "Natura Naturans"

A cura di: Loredana Finicelli

Francesca Blasi  "Natura Naturans"
La ricerca della Blasi è un inno alla Natura, capace di generare forme con sorprendenti assonanze e inaspettati richiami tra gli elementi che la compongono. La Blasi va alla ricerca delle similutidini che brulicano nel creato da cui nasce un mondo incantato, dove vige lo scambio e la contaminazione…
 
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 “Natura Naturans” personale di Francesca Blasi, seconda esposizione del ciclo, SCULTURA IN ACTION. “MATERIA IN PROGRESS In/torno alla scultura” è l’ulteriore contributo a un discorso già tracciato, nella precedente mostra, da Mara Brera in “Percorsi. Dalla terra al cielo” e che unisce tutte le mostre in programma: mestiere solido, vocazione sperimentale, e tensione spirituale di fondo che manipola in senso metaforico, fino a espanderne  i significati, materiali antichi dalle imprevedibili possibilità espressive, tutte compiutamente poetiche.
 
Conoscendo il lavoro di Francesca Blasi è difficile non rendersi conto che tutte le sue opere sono animate da un grande dinamismo formale, traducibile in una energia vibrante che scorre fluida attraverso  le sue forme articolate, i suoi lembi flessuosi, solo apparentemente fragili ed esili. Osservando attentamente il raffinato e arguto gioco di metamorfosi a cui si prestano le sculture della Blasi in un lavorio costante di ambiguità e contaminazione generatrice, richiamare l’espressione di Baruch Spinoza Natura Naturans con cui il filosofo olandese alludeva alla capacità autogenerante della natura mi è sembrata operazione naturale al fine di descrivere in maniera appropriata l’energia che scorre e irradia dalle opere di questa singolare e affascinante artista marchigiana. Perché, in prima istanza, il lavoro di Francesca Blasi, è soprattutto un grande inno alla Natura, alla sue energia performante, alla sua inesorabile forza creativa capace di genere forme, elementi, varietà, dando vita, al contempo, a sorprendenti assonanze e inaspettati richiami. Tante forme disparate vivono delle loro similitudini inattese, si riverberano nelle analogie come se un destino comune - e di fondo - fosse l’abile manipolatore di un mondo ove tutto si specchia e si riflette in un crescendo esponenziale di energia. Una “natura naturante” che rigenerandosi ricrea e ri-inventa se stessa ma anche le intrinseche modalità della sua riproduzione.
Un lavoro sofisticato nei contenuti e nella esecuzione, che indaga le forme visibili di questa azione creatrice e lo fa mettendo mano ai materiali della tradizione come il bronzo o elaborando materiali meno nobili ma di sicuro impatto come il ferro. Su carta, incide le sue sculture, perché l’essere scultori è evidentemente un modo di essere che travalica la tecnica e la materia utilizzata, mantenendo tutto in tensione espressiva e orientando il proprio sguardo creativo alla ricerca delle assonanze che quasi magicamente brulicano nel creato. Ecco, allora, che le mani si sovrappongono alle foglie e da questa congiunzione di spirito, linfa e materia nascono le Manufolie, straordinari rampicanti bronzei; le fronde sinuose ed eleganti delle piante riecheggiano negli arti delle donne, le Trampoliere, a cui si assimilano e si compenetrano. Ne nasce un mondo incantato, dove vige lo scambio e la sovrapposizione; ogni forma si alimenta del passaggio di energie da un corpo all’altro, ognuno dei quali disegna il mondo variegato e immaginifico della Natura. All’origine di questo movimento incessante, fattivo e creativo, si situa un flusso di energia generante che nel suo moto perpetuo da un corpo all’altro annulla i parametri del tempo e dello spazio perché nulla accade in successione: nel mondo immaginifico della Blasi tutto accade simultaneamente, i piani si compenetrano, le corrispondenze si manifestano repentine e le individualità formali si annullano.  Lo spazio si comprime e il tempo si dilata in un unico lunghissimo istante in cui l’unica misura che esiste è quella universale, l’hic et nunc di un fermo immagine il cui valore è ora e per sempre. E’ la dimensione onirica del sacro, dove nulla si distrugge ma tutto si trasforma in un continuo scambio di status di energie e forme.
Una costruzione incessantemente in fieri retta da un mestiere solido, da una passione lacerante, da una vocazione sperimentale e da una tensione spirituale di fondo che manipola in senso metaforico, fino a espanderne  i significati, materiali antichi dalle imprevedibili possibilità espressive, tutte compiutamente poetiche.
Alla fine, ciò che domina su tutto è una natura festante che, in questo continuo scambio di energia trova la sua ragione d’essere e la sua forza motrice: la Natura Naturante che è oggetto e sostanza della sua stessa generazione.

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