16/06/2009  al 03/07/2009

ANTONELLA CAPPONI: Sviarsi

A cura di: Ivana D'Agostino

ANTONELLA CAPPONI: Sviarsi

L’ultimo progetto installativo di Antonella Capponi, Sviarsi, pensato appositamente per lo Studio Arte Fuori Centro di Roma, oltre a ruotare attorno ad uno dei temi consueti della sua ricerca sullo spazio/tempo iniziata perlomeno dal 1994 con la mostra Cronotopo di Ascoli Piceno, ne amplifica e considera nuovi aspetti secondo personali orientamenti ed approfondimenti.

Partita dagli studi del matematico e fisico russo Hermann Minkowsky per il quale lo spazio e il tempo costituivano un’unità inscindibile, l’artista  ne modifica la percezione spaziale costruita attraverso coordinate ortogonali, introducendo la variabile temporale del vissuto personale umano, capace di deviare l’andamento rettilineo degli eventi,   disorientandoli.
 L’imponderabile in agguato nelle esperienze private dei più, perdute le certezze di un percorso rassicurantemente rettilineo, modifica le maglie del tempo in linee curve, trama di personali accadimenti che fluiscono attraverso una falla, una specie di soglia che separa il tempo infinito dal tempo individuale.
La sequenza dei tre quadri plastici di identico formato degli Sviati, considerati Opere attive dall’artista e  numerati progressivamente, lo dimostra con l’apertura al cento di ognuno di loro di una fenditura circolare, slabbrata nei contorni di tramature molli di segni duttili e trasparenti, caratteristici della  ricerca della Capponi, attraverso cui lei  rende visivamente concreto il passaggio del fluire ininterrotto del tempo.
L’intera istallazione ruota intorno al concetto di una Linea degli eventi impossibilitata a seguire un andamento sequenziale dall’imprevedibilità di ciò che succede di indeterminabile a priori nel quotidiano nella vita di ognuno, da cui l’inevitabilità dello sviarsi .
Attraverso un sapiente linguaggio concettuale ricco di significati simbolici sottolineati dall’uso di effetti di trasparenza ottenuti con colle industriali filanti nella costruzione delle trame, l’artista crea dei quadri plastici in cui suggella le sue considerazioni sul tempo e sullo spazio.
Le opere di questa artista da sempre vanno coniugando un linguaggio espressivo liricamente aniconico con le nuove tecnologie attraverso cui l’arte contemporanea sposta progressivamente sempre più oltre i limiti della ricerca. Alle colle industriali e alle conseguenti trasparenze ottenute incapsuladole nel plexiglass, la Capponi mano a mano ha aggiunto il neon, i led luminosi e le incisioni laser.
Sperimentata per la prima volta l’incisione laser nel 2001 con Quadro, riproposta in modo ancor più complesso con  Taccuino aereo per la Biennale della Scultura di Gubbio del 2006, essa trova nuova applicazione oggi nel grande Quadro degli eventi.
Opera plastica con cui si esprime il centro visivo della mostra, costituita di nove quadrati assiali che ne dovrebbero confermare l’orientamento certo, tuttavia contraddetto dalle tramature curve delle colle, con questo quadro plastico si concretizza massimamente l’idea di perdita del centro. Alle maglie allentate e curve delle plastiche industriali corrispondono, accentuate, le incisioni laser tracciate in retrovisione sul piano trasparente di supporto, illuminato dal basso da un led di luce bianca. Eppure, malgrado la rilevanza data, soprattutto in questa significativa opera, allo sviarsi e alla perdita d’orientamento – e pertanto delle certezze – attraverso tracciati luminosi al laser , la possibilità di ritrovare nuovamente l’equilibrio è assicurata simbolicamente dai tre mattoni di muratura, disposti alla base delle tre Opere attive, dorati a lustro ceramico a terzo fuoco appositamente per Antonella Capponi da Maurizio Tittarelli Rubboli.

 

 

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